La certificazione verde ha smesso di esistere dopo anni in cui era necessario mostrarla per poter accedere a qualunque attività commerciale.
Per un lungo periodo della nostra vita ci siamo serviti del Green pass come biglietto di ingresso per poter accedere a bar, cinema, ristoranti e tante altre attività. Con il progressivo affievolimento della pandemia, però, la certificazione verde ha perso sempre più importanza, finendo nel dimenticatoio. Ieri, il primo luglio, il Green pass ha smesso ufficialmente di esistere.
Il 30 giugno, infatti, era il giorno della scadenza del Regolamento Europeo n. 953/2021, legislazione che stabiliva i criteri di rilascio, verifica e accettazione di certificati interoperabili di vaccinazione, test e guarigione dal Covid-19. Un vero e proprio epilogo per quei codici a barre che sono stati scannerizzati innumerevoli volte negli ultimi anni: in Italia sono stati emessi 341 milioni e mezzo di Green pass: quasi sei a testa, neonati compresi.
Cosa succederà ora?
Ufficialmente, raggiunta la scadenza del Regolamento UE si è perso qualsiasi utilizzo per il Green pass. Questo, però, non significa che non esistano più certificazioni necessarie per entrare in altri locali o Paesi. Alcuni stati, infatti, richiedono ancora una prova di avvenuta vaccinazione, o guarigione, o test negativo per permettere l’ingresso nei loro confini.
In caso di necessità sarà possibile contattare la propria ASL di appartenenza per ottenere la relativa documentazione anche in lingua inglese. Un modo, ora che il Green pass non esiste più, per dimostrare di aver ricevuto una o più dosi di vaccino.